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Il fascismo è un movimento politico di estrema destra fondato in Italia da Benito Mussolini. È emerso come risposta alla crisi economica e politica post-Prima Guerra Mondiale e si è caratterizzato per il suo approccio totalitario al potere, governando l’Italia dal 1922 al 1943.

Il fascismo si è distinto per l’uso della violenza come strumento di lotta politica, noto come squadrismo, e per la sua ostilità verso la democrazia e le sue istituzioni. Aveva una forte avversione al bolscevismo e promuoveva l’irredentismo e l’espansionismo italiano, spesso citando l’idea di una “vittoria mutilata” dopo la Prima Guerra Mondiale.

Dopo una breve fase di compromesso con altre forze politiche, il fascismo si è evoluto in un regime dittatoriale a partito unico, noto come Stato fascista, che ha praticamente esautorato la monarchia e modificato lo Statuto Albertino. Il regime, che si è sviluppato in una dittatura personale di Mussolini, ha perseguito una politica estera colonialista e imperialista. Inizialmente cauto nei confronti della Germania nazista, l’Italia fascista ha stretto un’alleanza con essa nel 1936, formando l’Asse Roma-Berlino.

Il fascismo ha anche promosso politiche oppressive con forti connotazioni razziste, come le leggi razziali del 1938, che hanno discriminato e perseguitato gruppi etnici e minoranze all’interno dei confini italiani. Con la sconfitta imminente nella Seconda Guerra Mondiale, il regime è stato rovesciato, Mussolini è stato imprigionato e, dopo l’armistizio del 1943, i tedeschi hanno liberato Mussolini e lo hanno posto a capo della Repubblica Sociale Italiana (RSI), uno stato fantoccio.

Il fascismo, quindi, non è solo un termine storico, ma rappresenta un esempio di come l’estremismo politico possa prendere il controllo di uno stato e influenzare negativamente la società attraverso la repressione, la censura e la promozione di un’ideologia nazionalista e autoritaria

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