Venerdì del cuore

Ciao Daniela, dieci anni fa mio marito mi ha convinto che per il nostro bene, per il nostro amore, la nostra evoluzione, aprire la nostra intimità ad un’altra donna, poteva essere una complicità talmente grande fra noi che difficilmente una coppia può raggiungere. Allora avevo trent’anni, e io giovane, innamorata e schifosamente onesta, gli ho creduto.
Così iniziarono questi giochi a tre.
Che non mi divertivano, soprattutto quando le attenzioni di lui erano focalizzate sulla nuova giovane donna di turno.
Al punto che io non esistevo più.
Così dopo tanto dolore, ho capito che l’amore è una parola che sta sulla bocca di tutti, ma spesso non se ne coglie il significato. Ora quei giochi, chiamiamoli così, sono finiti. Mio marito fa finta di niente. Non esistiamo più uno per l’altra. E a me non resta che una dolorosa vergogna. Vorrei morire. Dovrei andarmene ma non ho la forza. (lettera firmata – Roma)

Risposta

La complicità tra donne

Cara amica, la complicità che si può creare tra due donne che si confrontano su argomenti così profondamente intimi, la considero un valore aggiunto alle mie esperienze umane, un privilegio vero e proprio, e di questo, innanzitutto, ti ringrazio. Per questa stessa complicità, la tua lettera mi ha procurato un coinvolgimento emotivo così personale, che prima di esprimere un parere incondizionato, come è giusto che sia in questa sede, ho dovuto superare un naturale, soggettivo, rancore nei confronti di chi ti ha procurato questa ingiusta sofferenza. Al di là di questo, comunque, secondo me non c’è nulla di sbagliato se il piacere del sesso in una coppia, trova fondamento nella espressione libera delle sue stesse fantasie, purché il gioco però diverta entrambi allo stesso modo e soprattutto purché le regole si stabiliscano assieme. Sbagliato invece è convincere qualcuno, in senso lato, ma più che mai nell’ambito di una coppia di due persone che si amano.

A tal proposito mi sembra opportuno soffermarsi proprio sull’etimologia del verbo convincere, (dal latino cum vincere, cioè superare, vincere), in riferimento al fatto che quando si convince qualcuno, quel qualcuno, soccombe, cioè, perde. Ancora più catastrofico sul piano psicologico, per chi perde, è realizzare di essere stati traditi proprio dalla cosa in cui si credeva di più perché solitamente è proprio su quella che si fa leva, quando si vuol ottenere qualcosa, convincendo qualcun altro. Nel tuo caso, probabilmente, ti senti ancora oggi, tradita dall’idea che tu stessa avevi dell’amore, abusata impropriamente da tuo marito per indurti a soddisfare una fantasia nata nella sua testa, ancora oggi, ribadisco, non riesci a perdonarla ed è questo il motivo per il quale parli di te stessa usando termini come “schifosamente onesta” oppure “dolorosa vergogna”. Mi ha colpito, devo dire, più di ogni altra cosa, l’utilizzo da parte tua di questa terminologia perché mi ha fatto chiaramente immaginare il dramma interiore che da quei “giochi” in poi, non hai mai smesso di portarti dentro. Nello stesso tempo, però, credo che dal momento in cui hai scelto di condividere la tua storia è maturato in te il tempo del cambiamento, quello cioè in cui impegnarsi per fare finalmente pace con i propri meccanismi di difesa e rimetterli, questa volta in campo, come fonte energetica di vita e del benessere di cui hai ogni diritto. Quello che posso dirti, secondo la mia visione estemporanea, è che al tempo dei “giochi”  hai  semplicemente amato nell’unica maniera in cui ti sembrava possibile farlo e questo ti rende meravigliosamente onesta, ed orgogliosamente generosa. Hai amato e sicuramente ami ancora ma con delle consapevolezze nuove. Oggi saprai senz’altro che vincere non significa convincere, e che l’amore si nutre soprattutto di reciproca condivisione.  Tutto ciò, nella sua semplicità, ti basterà a trovare la naturalezza necessaria per scegliere liberamente ogni cosa che il tuo cuore desideri e ricominciare a vivere. Poi, se posso suggerirti, non rammaricarti se non ti senti abbastanza forte da prendere decisioni drastiche. A mio modesto parere con la forza si spostano le montagne, è vero, ma per spostare noi stessi è sufficiente scegliere una strada nuova e piacevolmente camminarci sopra. Se poi tu riuscirai a farlo addirittura con un sorriso di compiacimento stampato sul volto, non esisterà persona al mondo che possa ancora fare finta di far finta di niente. In bocca al lupo per tutto.
Daniela L

 

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here