Stoirìe di una Mestre che non ti aspetti

Di qua dall’acqua, storie di una Mestre che non ti aspetti

Sono sette storie di Mestre.  “Di qua dall’acqua” è il titolo. E’ il frutto di un laboratorio di scrittura cui hanno partecipato diversi scrittori. La presentazione del volume si è tenuta lo scorso settembre in un posto che si chiama M9, un complesso di vari spazi dedicati alla cultura. Bello, ci si arriva passando da un porticato, è al centro della città vicino alla piazza Ferretto, la piazza centrale. Chi introduce la serata dice che Mestre è sempre stato un posto di passaggio, dove non si ferma nessuno, che ha visto una riqualificazione urbana, ma che adesso sta di nuovo vivendo una sorta di decadenza. C’è scritto anche nella presentazione del libro che è di Roberto Ferrucci,  colui che ha animato il laboratorio di scrittura frequentato da chi poi ha scritto tutte storie ambientate a Mestre. Il libro è edito da Helvetia, una casa editrice nata nel 1972 e rilevata dal 2006 da Daniela Spagnol, la figlia del fondatore. Si occupa di narrativa locale ma ha anche una collana dedicata  a scrittori che vengono da altre realtà.

Non so se è vero di questa decadenza di Mestre. Diciamo che nel mio immaginario Mestre mi ha sempre evocato un posto un po’ così, un agglomerato disordinato a ridosso di Venezia. Un posto per  fermarsi e andare a Venezia, appunto. Per spendere meno. In effetti è anche così. Nell’albergo dove mi sono fermato le prime parole che mi hanno rivolto dopo avermi dato la chiave della camera sono state: “Per andare a Venezia può…….” con una mappa in mano. Io sono rimasto a Mestre e il centro della città l’ho trovato bello, originale, accogliente. Mi dicono che tanti anni fa non era così. Era solo un dormitorio per operai di Marghera. Era decadente e sgarrupato.

Io trovo che questa città abbia un fascino particolare, come tanti altri posti  non frequentati dal grande turismo. Le città più battute stanno diventando tutte uguali, dei “non luoghi” impestati da negozi dove trovi sempre le stesse cose. Posti per turisti che mangiano qualsiasi schifezza convinti che sia quella la cucina italiana o che acquistano sempre gli stessi gadget e se li portano in patria come un trofeo di italianità made in China. A Mestre c’è un negozio la cui insegna è tutto un programma: “Tutto per l’Operaio – dal 1949” Un’insegna che da sola racconta un bel pezzo della storia della città.

Nella raccolta “Di qua dall’acqua” (bel titolo) ci sono storie che ci fanno avvicinare all’umanità di questo posto, sette racconti scritti con registri narrativi diversi e diversi punti di vista. C’è  il caleidoscopio della cruda realtà sofferta e non subìta di Diana Chiarin (La Rana) , l’apparente distacco  di fronte a vicende violente di un’adolescenza difficile in una periferia da scoprire,  di Lucia Martello (Macaè). Il realismo amaro,  divertente e nostalgico di Lorenzo Bottazzo (Catene e La piazza di Ferro) o l’originale ritmo narrativo di Anna Maria Masucci, (La Bissuola)  insegnante “emigrata” a Mestre che racconta il suo difficile arrivo in città. Sono tutte storie scritte bene, piacevoli da leggere.

E se dovete andare a Venezia, o anche a Treviso, Padova o alla riviera del Brenta o lungo il Sile o dove vi pare, fermatevi a Mestre un paio di giorni. Si sta bene.

(F.M.)

DI QUA DALL’ACQUA Storie di Mestre

Gabriella Bampo, Lorenzo Bottazzo, Diana Chiarin, Lucia Martello, Anna Maria Masucci, Marco Pitteri.

Collana Rosso Veneziano Racconti

Helvetia Editrice – € 11.00

 

Dormire a Mestre

Hotel Venezia.

Piazza 27 Ottobre, 91, 30172  Mestre (VE) t. +39 041 985533

L’albergo che si sognava da piccoli. Specchi e abat jour alle pareti, velluti e ori;

personale molto gentile. E’ un tre stelle ma ne vale quattro. Prezzo molto competitivo

 

Mangiare a Mestre

Hostaria Vite Rossa

Via Bembo, 30 – 30172 Mestre (VE)

  1. +39 041 5314421 / m. +39 348 2750819

Email. hostariaviterossa@libero.it

Qui trovate i tipici cicchetti veneziani. Tanto pesce ben cucinato in tutti i modi

Smisurata varietà di vino. Posto accogliente, simpatico, familiare. Da non mancare.

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